Nostra traduzione dall’International Middle East Media Center
Domenica scorsa il sito internet israeliano Walla News ha pubblicato numerose immagini messe su Facebook da soldati israeliani e che li ritraggono mentre umiliavano dei palestinesi durante la guerra a Gaza. […]Le foto sono state scattate dentro le abitazioni palestinesi in cui i soldati avevano fatto irruzione. Una delle immagini mostra due soldati che puntano i loro fucili alla testa di una ragazza palestinese ammanettata e bendata, un’altra mostra un soldato che scrive “Torneremo” e disegna una stella di Davide sul muro di una casa. Una terza foto mostra un soldato in posa con il fucile vicino ad una donna palestinese nella sua cucina.
Un portavoce dell’esercito israeliano ha dichiarato di essere “dispiaciuto” perchè il gruppo israeliano Break the Silence [il gruppo che si occupa di raccogliere le dichiarazioni dei soldati israeliani sulle misfatte compiute nei territori occupati www.shovrimshtika.org NdT] “continua a diffondere tali immagini ai media invece di inoltrare dei reclami all’esercito.” Ha inoltre annunciato che la polizia militare investigherà sui fatti ed inoltrerà i risultati delle indagini all’ufficio del pubblico ministero militare.
Alcuni giorni fa l’esercito israeliano ha deciso di vietare ai soldati e agli ufficiali l’uso dei social network nelle basi militari. Ufficialmente siti come come Facebook, Twitter e Gmail sono stati bloccati non a causa della pubblicazione delle foto degli abusi sui palestinesi, ma perchè in queste basi militari l’esercito detiene materiale classificato.
Lo scorso agosto sono state caricate su Facebook le foto di una soldatessa israeliana in posa davanti a dei detenuti palestinesi, foto che hanno scatenato la rabbia della popolazione. Protagonista è Eden Abergli, una giovane israeliana che aveva finito il servizio di leva un anno fa, raffigurata in uniforme mentre sorride davanti ad alcuni uomini ammanettati e bendati. L’album di foto era intitolato “IDF [l’esercito israeliano NdT]…il più bel periodo della mia vita :)”. Il caso è stato paragonato a quello dei soldati americani fotografati con dei prigionieri iracheni torturati nel carcere di Abu Graib.
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Le Foto