Gioca d’attacco il governo israeliano.
La settimana è iniziata lunedì con la visita del primo ministro
Netanyahu ai coloni della Cisgiordania dove, piantando degli alberi,
ha ribadito che gli insediamenti “saranno una parte inseparabile di
Israele per l’eternità”. Questa dichiarazione segue una serie di
atti concreti, cioè l’inclusione di molte colonie nella lista delle
"zone di priorità nazionale" (delle zone in cui gli
abitanti godono di sgravi fiscali e di diverse forme di aiuti
monetari) e la presentazione del "piano casa" che prevede
la costruzione di 700 abitazioni a Gerusalemme Est. Atti che fanno
capire l’atteggiamento con cui Israele partecipa ai negoziati di
pace, che prevedono almeno il congelamento delle colonie.
Naturalmente non ci si può aspettare altro da un governo che si
regge su Yisrael Beiteinu, partito razzista e xenofobo, per cui ogni
allontanamento dalle politiche di difesa dei coloni sancirebbe lo
sganciamento da gran parte della propria base sociale di riferimento.
“Intendiamo continuare i nostri
sforzi fino a che non avremmo raggiunto il nostro obiettivo.” E’
stata la risposta laconica di George Mitchell, l’inviato statunitense
che ha il compito di riaprire i colloqui di pace. Buona fortuna.
Alle prime luci di giovedì 28 a Bil’in
invece è stato arrestato Mohammed Khatib, che cinque anni fa fu tra
i fondatori del Comitato di Coordinamento della Lotta Popolare,
accusato di incitamento ovvero, secondo il codice militare
israeliano, di “un tentativo, sia verbale che di altra natura,
atto ad influenzare l’opinione pubblica nell’Area in modo da
disturbare la quiete pubblica o l’ordine pubblico”. Questo
rapimento segue quello del portavoce del Comitato, Abdallah Abu
Rahmah, e di più di altre cinquanta persone tra palestinesi ed
attivisti israeliani, di cui 17 a seguito della manifestazione contro
il muro di cui abbiamo scritto l’8 gennaio scorso.
Chiudiamo la
rassegna con le consuete accuse di antisemitismo lanciate il 27
gennaio da Peres (il presidente della repubblica), Netanyahu,
Lieberman (Ministro degli Esteri, leader del sopraccitato Yisrael
Beiteinu) ed Edelstein (Ministro dell’informazione in quota Likud).
Il bersaglio dell’accusa non è, ad esempio, Lech Kaczyński: il
presidente della Polonia, dove Netanyahu ha tenuto il discorso per la
giornata della Memoria, integralista cattolico, antisemita e
strettissimo alleato della stessa Israele, soprattutto quando il
fratello gemello Jarosław ricopriva la carica di Primo Ministro. Ad
essere accusato di antisemitismo è Richard Goldstone, un giudice
ebreo sudafricano, durante il regime dell’apartheid era giudice della
Corte Suprema del Transvaal, e sionista, come ha dichiarato a
Gerusalemme nel 2000, opinione poi confermata dalla figlia in
un’intervista al Jerusalem Post. Colpa di Goldstone è l’aver
condotto un’indagine su incarico dell’ONU per accertare eventuali
crimini compiuti durante l’operazione “Piombo Fuso”. In sintesi
il “Rapporto Goldstone” afferma che entrambe le parti in causa,
l’Israeli Defence Force ed Hamas, hanno commesso crimini di guerra,
ma ha accertato violazioni più consistenti da parte israeliana:
distruzione sistematica e cosciente di scuole, abitazioni,
infrastrutture viarie, apparati produttivi, fognature ed ospedali. Il
governo israeliano ha dichiarato di avere prove che smentiscono i
risultati del rapporto ma che non le presenteranno rifiutandosi di
formare la commissione d’inchiesta, costringendo dunque le Nazioni
Unite a rinviare il tutto al tribunale criminale internazionale,
fatto che, presumibilmente, sarà impedito dal potere di veto degli
Stati Uniti in seno al consiglio di sicurezza.
Quando sarà palese che i militari ed i
politici che hanno commesso crimini di guerra resteranno impuniti
sarà logico aspettarsi che ci sia una nuova crescente ondata di
antisemitismo, così chi sarà a incoraggiare l’odio nei confronti
degli ebrei? Goldstone o l’establishment sionista?
Benjamin Netanyahu: Israel will
never quit settlements,
BBC News, 25/01/2010
New Israeli funds for West Bank
settlements, BBC News,
13/12/2009
Israel plans to build more homes in
E Jerusalem, BBC News,
28/12/2009
Bilin protest leader seized,
Palestine Monitor, 28/01/2010
Bilin: Manifestazione contro il muro
dell’apartheid,
Castelliperlapalestina, 8/01/2010
Il Rapporto Goldstone <<incoraggia
l’antisemitismo>>. L’offensiva di Tel Aviv,
Il Manifesto, 27/01/2010