Hazem Gra’ani è stato gravemente ferito alle 9 di mattina di giovedì quando la marina israeliana ha sparato al suo peschereccio. E’ stato portato all’ospedale Shifa’a a Gaza City con gravi ferite alla testa, ed è stato operato d’emergenza. Attualmente le sue condizioni sono troppo instabili per rischiare di rimuovere le scheggie di granata conficcatisi nel cervello.
Gora’ani, 26 anni, stava pescando sulla sua piccola barca all’interno del confine di tre miglia nautiche dalla costa imposto da Israele (quando uno stato sovrano generalmente pone i suoi confini marittimi a 12m.n. NdCastelliperlapalestina) quando una motovedetta lo ha intercettato. I soldati hanno provato ad arrestare Gora’ani e suo fratello. Spaventati, hanno provato a ritornare alla costa. Per tutta risposta i soldati israeliano hanno sparato una raffica che ha gravemente ferito Hazem ed ha aperto numerosi fori nell’imbarcazione.
Israele afferma di aver ridotto la zona di pesca a 3 miglia nautiche, ma nei fatti sta attaccando i pescatori palestinesi ed altri civili che rimangono all’interno di quei limiti. Alcuni pescatori sono stati attaccati sul bagnasciuga. Secondo Rada Daniell, attivista dell’International Solidarity Movement, "la più grande preoccupazione per ogni pescatore di Gaza è la quotidiana possibilità di essere sparati e rapiti dalle motovedette israeliane." Daniell continua a scrivere per il Palestine Chronicle che per i pescatori di Gaza "non è facile abbandonare il lavoro, anche se è uno dei più pericolosi, quando la disoccupazione è quasi al 50% e dove l’80% della popolazione vive sotto la soglia di povertà."
Nel solo 2009 la marina israeliana ha rapito 68 pescatori nelle acque di Gaza e ne ha feriti sette. Altri 6 civili sono stati feriti sulla costa e sono state confiscate 29 pescherecci.
Nostra traduzione da Palestine Monitor