da Contropiano
di Sergio Cararo
Una delegazione di “giovani dirigenti politici” italiani è in Israele su invito dell’ambasciata israeliana. Un tour ma solo dal “lato bello” del Muro dell’Apartheid. Scoppia la polemica. Rifondazione Comunista prende le distanze da un proprio dirigente giovanile: “ha fatto una scelta individuale e non condivisa”. Assente dalla delegazione il PdCI, ma tutti gli altri (Sel,IdV, PD, etc) ci sono.
Da domenica scorsa, una delegazione di rappresentanti giovanili dei partiti politici italiani sta partecipando a un tour organizzato dall’Ambasciata israeliana in Italia. Ovviamente non deve stupire il fatto che il tour non preveda alcun incontro con la società civile palestinese, nè che il Governo israeliano cerchi di auto-promuovere le sue politiche, le sue innovazioni tecnologiche e le sue strategie militari.
Quello che invece è decisamente grave è che la delegazione abbia accettato questa impostazione e non si sia posta in partenza il problema di aprire gli occhi e notare chi saranno i grandi assenti del loro viaggio di conoscenza. Della delegazione fanno parte giovani dirigenti giovanili di Sel, Rifondazione, Idv, PD, Api, Pdl, Forum giovani. Assenti i rappresentanti del PdCI (i quali fanno sapere che avrebbero rifiutato questo invito anche se fosse arrivato), della Lega, e della Destra.
Il reponsabile esteri del PRC, che abbiamo sentito telefonicamente, afferma che la decisione di partecipare a questa delegazione in Israele da parte del suo dirigente giovanile, Simone Oggioni, è stata una decisione individuale che non ha coinvolto in alcun modo il partito, il quale al contrario ribadisce la sua posizione a sostegno della campagna Bds.
L’organizzatrice del viaggio, il Consigliere per gli Affari Pubblici e Politici dell’Ambasciata d’Israele, Livia Link e gli accompagnatori hanno spiegato che il viaggio è organizzato da Israele per far conoscere il paese non solo dal punto di vista prettamente politico ma soprattutto culturale e tecnologico. Oltre alle visite a Gerusalemme, Sderot e Tel Aviv, sono previste visite a centri accademici, la residenza dl presidente Weizmann, un asilo, un kibbutz, due musei, un centro di smaltimento rifiuti (con il famoso sistema Bio Arrow che Israele cerca di vendere a tutti i costi in varie regioni italiane, ndR).
La delegazione prevede dunque un fitto programma , peccato pero’ che le visite di
“comprensione e conoscenza” siano tutte solo in Israele, evitando accuratamente di avvicinarsi ai Territori Palestinesi occupati.
Qui di seguito pubblichiamo un appello ai giovani politici italiani ora in Israele ad “aprire gli occhi e notare chi saranno i grandi assenti del loro viaggio” – si legge nella lettera inviata da alcuni cooperanti e attivisti italiani che operano nei Territori Palestinesi e in Israele.
Secondo gli estensori dell’appello, il viaggio dei giovani politici italiani intende veicolare un’immagine dello stato israeliano come paese delle eccellenze (militari, economiche, tecnologiche e culturali), negli stessi giorni in cui Israele è al centro di polemiche per i respingimenti e le espulsioni di alcune centinaia di cittadini europei che, a un anno dei tragici eventi della Freedom Flotilla, intendevano partecipare alla settimana “Welcome to Palestine”.
“Il viaggio organizzato dall’ambasciata israeliana appare così parte della politica di “branding”, di ristrutturazione e affermazione dell’immagine internazionale di Israele. Non scalfita né dal crescente peso politico dell’ala di estrema destra guidata dal ministro degli esteri Avigdor Lieberman e neppure da politiche arbitrarie e autoritarie quali quelle messe in atto per impedire la libertà di movimento di centinaia di persone intenzionate a visitare la Palestina” scrive Ika Dano sulla Nena News.
Rispetto alle relazioni Italia-Israele, la visita del gruppo di “giovani politici italiani” si inserisce in settimane segnate del vertice interministeriale del primo ministro Netanyahu in Italia nello scorso mese di giugno e della visita di Pierluigi Bersani in corso in questi giorni. Proprio il segretario del PD nel corso dell’incontro a Ramallah con il mondo della cooperazione italiana nei Territori Palestinesi Occupati ha commentato il viaggio dei giovani politici italiani affermando che “se i ragazzi che fanno parte della delegazione mi avessero chiesto un consiglio – anche se non lo hanno fatto – avrei detto loro di andare, ma di tenere gli occhi aperti, di pensare con la propria testa”. Nonostante la fiducia riposta nei giovani delegati, i firmatari sottolineano che vedere entrambi le parti sia il presupposto per riflettere in modo indipendente.
Ecco il testo della lettera-appello:
* “Siamo un gruppo di cittadini italiani. Per motivi diversi, dal lavoro allo studio alla solidarietà, siamo attivi in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati, per cercare di dare il nostro contributo alla realizzazione di una pace basata sulla giustizia e sul rispetto dei diritti umani fondamentali.
Sappiamo che da domenica una delegazione di giovani politici italiani sta partecipando a un tour organizzato dall’Ambasciata israeliana in Italia. Non ci stupisce il fatto che il tour non preveda nessun incontro con la società civile palestinese. Non ci stupisce che il Governo israeliano cerchi di auto-promuovere le sue politiche, le sue innovazioni tecnologiche e le sue strategie militari.
Quello che chiediamo ai nostri coetanei che stanno partecipando all’iniziativa è di aprire gli occhi e notare chi saranno i grandi assenti del loro viaggio. Nonostante i tentativi di Israele di impedire il libero accesso ai Territori Palestinesi Occupati oltre il muro (illegale) esistono un mondo e un tessuto sociale che devono essere conosciuti per poter far sì che la politica italiana dia un contributo sincero alla fine delle discriminazioni e delle violenze che il popolo palestinese subisce da oltre 60 anni.
Questa lettera-appello non mira a riassumere qui questa situazione di illegalità e ingiustizia: fior di dossier, report e risoluzioni delle Nazioni Unite si possono rintracciare con facilità in rete.
Questa lettera-appello è un invito che vi facciamo, come concittadini, a partecipare a una dellennumerevoli iniziative di turismo politico e turismo responsabile che vengono organizzate in Cisgiordania: dal campo Bridges instead of walls dell’organizzazione israelo-palestinese Alternative Information Center, ai tour di Hebron promossi dagli ex soldati israeliani di Breaking the silence. Da uno dei diversi itinerari dell’Alternative Tourism Group, al giro di Gerusalemme organizzato dall’Israeli Committee Against House Demolition.
Le possibilità sono molte. Crediamo di poterci appellare alla vostra volontà perché la giovane politica italiana dimostri di essere vicina alle voci e alle storie dei suoi pezzi di società che si mettono in gioco nella solidarietà agli esseri umani che vivono, ancora e nonostante tutto, in questa terra”
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PS. Ci piacerebbe poter sottoscrivere questo appello con i nostri nomi e cognomi, ma a causa delle politiche israeliane attuate nei confronti di chi vive e lavora nei Territori Palestinesi Occupati, rischieremmo di non poter avere più l’occasione di visitare queste terre.
Per adesioni inviare una mail a: italianinterrasanta@gmail.com