Oggi [primo gennaio NdT] i residenti di Bilin si sono radunati dopo la preghiera della sera per manifestare contro l’occupazione israeliana ed il Muro dell’Apartheid, per commemorare il primo anniversario della brutale aggressione israeliana a Gaza. Hanno inoltre celebrato il 45° anniversario del Movimento Nazionale di Liberazione Palestinese (Fath).
Alla manifestazione, organizzata dal Comitato Popolare di Bilin contro il Muro e gli Insediamenti, si sono aggiunte dozzine di attivisti internazionali ed israeliani, così come i membri del Consiglio Rivoluzionario di Fath e il Fronte di Liberazione della Palestina.
I manifestanti hanno marciato attraverso il villaggio in direzione del sito del muro dell’apartheid ed hanno lanciato cori di solidarietà con i residenti palestinesi di Gaza, chiedendo la fine dell’assedio imposto da Israele. Hanno innalzato bandiere palestinesi e cartelli che condannavano la politica israeliana di espansione delle colonie e di pulizia etnica […].
Quando il corteo ha raggiunto il valico del muro i militari israeliani dislocati sull’altro lato hanno risposto immediatamente con il lancio di gas lacrimogeno e sparando granate sonore. Malgrado la violenza dell’esercito i dimostranti sono riusciti ad aprire il valico nel tentativo di raggiungere la loro terra,rubata da Israele per la costruzione del muro e delle colonie[…].
I residenti hanno anche chiesto il rilascio di tutti i prigionieri di Bilin, tra cui Abdallah Abu Rahmah, coordinatore del Comitato Popolare di Bilin Contro il Muro e le Colonie. Dopo che la sua udienza è stata posticipata al 29 dicembre, il pubblico ministero militare ha richiesto l’aumento della sua detenzione per altri 101 giorni. Questa decisione è stata presa in assenza del suo avvocato, Gabi Lasky, che ha dichiarato di voler fare ricorso contro la corte militare. Le forze di occupazione israeliane hanno arrestato Abdallah nel beel mezzo della notte del 10 dicembre dopo aver compiuto un raid nella sua abitazione ad Al-Tira, nei pressi di Ramallah. Le accuse a suo carico includono l’istigazione a commettere reato, il lancio di pietre ed il possesso di armi, addebito dovuto al fatto che ha raccolto e mostrato al pubblico i candelotti vuoti di gas lacrimogeno utilizzati dall’esercito israeliano contro i manifestanti di Bilim.