La democraticità di Israele

Ma’an
diffonde con soddisfazione la notizia che il giudice distrettuale di Tel Aviv,
Mirium Solokov, ha accettato di ascoltare il caso del capo redattore della
sezione inglese, Jared Malsin, nel corso del procedimento giudiziario apertosi
giovedì mattina. Solokov ha rifiutato la richiesta avanzata dal procuratore
generale israeliano di chiudere l’ingiunzione presentata da Ma’an che
eviterebbe temporaneamente l’espulsione imminente di Malsin. Fissando l’udienza
per domenica, Solokov ha richiesto a entrambe le parti di raccogliere ulteriori
informazioni.
Malsin, cittadino statunitense, è stato trattenuto inizialmente
all’arrivo all’aeroporto internazionale di Ben Gurion martedì 12 gennaio 2010.
È stato trattenuto insieme alla sua fidanzata Faith Rowold, volontaria della
Chiesa luterana, espulsa giovedì di prima mattina.
Da quando è stato
trattenuto, è stato proibito a Malsin di mettersi in contatto con nessuno, ad
eccezione del rappresentante consolare e del suo avvocato, che potuto visitarlo
solo una volta per meno di 20 minuti.

Secondo il legale, Carlos Daoud, da
quando il giudice ha accolto il caso di Malsin, nuovi ostacoli sono stati posti
per impedirgli di vedere il suo assistito.
Oltre 48 ore dopo essere stato
fermato, Malsin non ha ancora accesso ai suoi effetti personali. Non gli è
stato concesso di cambiarsi i vestiti e lavarsi e neppure la possibilità di
fare una doccia. “Non ho niente”, ha affermato durante la visita nella sua
cella di detenzione da parte dell’autorità consolare statunitense giovedì
pomeriggio. “Non ho neppure una penna o un foglio, neppure un libro”.
Dopo che
il portavoce del governo israeliano Mark Regev ha definito “assurde” le
numerose notizie  secondo cui la detenzione di Malsin è legata al suo ruolo di
giornalista professionista, i documenti raccolti dal procuratore generale
indicano diversamente. La motivazione ufficiale, infatti, redatta dal
dipartimento d’immigrazione del paese ha citato nuove notizie che Malsin ha
scritto “all’interno dei territori” e “che criticano lo Stato d’Israele”.
Il
sindacato dei giornalisti palestinesi, il Comitato di protezione dei
giornalisti, Reporter senza frontiere e l’Istituto internazionale della stampa
hanno tutti emesso dichiarazioni pubbliche che condannano la decisione di
Israele di detenere Malsin e hanno richiesto subito il suo rilascio senza
condizioni.
Funzionari olandesi, il cui governo ha fornito una parte dei
finanziamenti iniziali a Ma’an nel 2005, hanno espresso preoccupazione e stanno
seguendo la situazione. Il consolato statunitense continua a seguire da vicino
il caso e ha contattato funzionari israeliani riguardo all’incidente. Decine di
rappresentanti governativi in Palestina hanno contattato Malsin privatamente
per esprimergli la loro preoccupazione, indicandogli che potrebbero agire.
Ma’an mantiene scrupolosamente la sua indipendenza editoriale e mira a
promuovere l’accesso all’informazione, la libertà di stampa e il pluralismo dei
mezzi di comunicazione in Palestina. Non ha altri impegni. La detenzione
arbitraria da parte di Israle del caporedattore della sezione inglese è un
affronto ai giornalisti non solo in Palestina, ma anche in Israele e
all’estero, che fanno affidamento su Ma’an per la sua accuratezza, imparzialità
e indipendenza.

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