Nostra traduzione da Electronic Intifada
di Jesse Benjamin, David Comedi, Toby Kramer
Il 10 ottobre 2010 il governo israeliano ha presentato un disegno di legge che obbliga i cittadini non ebrei naturalizzati a giurare lealtà ad uno “stato ebraico e democratico”. La Rete Ebraica Antisionista Internationale (International Jewish Anti-Zionist Network, IJAN) deplora questo tentativo di chiedere il riconoscimento di Israele come stato ebraico – uno stato la cui esistenza si fonda sulla rimozione delle popolazioni autoctone di Palestina.
In risposta a questo disegno di legge i membri della “sinistra” sionista israeliana hanno annunciato una “dichiarazione di indipendenza dal fascismo.” Hanno indetto una manifestazione a Tel Aviv, la città del medio oriente più colpita dalla pulizia etnica (popolazione indigena: 4%). La dichiarazione congiunta asserisce che la proposta di legge “vìola l’obbligo primario (di Israele) verso i principi di uguaglianza, libertà civile e di sincera aspirazione alla pace – principi su cui è stato fondato lo stato.”
La “sinistra” sionista sta prendendo le distanze da queste politiche, ma la proposta di giuramento deriva dalle fondamenta razziste di Israele e dalla pulizia etnica continuata – tutti elementi in cui la “sinistra” sionista ha giocato un ruolo centrale nella loro attuazione e copertura.
Negli anni ’30, durante la formazione dello stato sionista, l’Histadrut ed altre istituzioni laburiste sioniste hanno condotto la campagna per espropriare i contadini e gli operai arabi, mentre aiutavano a schiacciare la Rivolta del 1936.
Nel 1947/’48 sotto la guida di David Ben Gurion il Sionismo Socialista – la principale forza politica nella “sinistra” – ha anche diretto la Nakba (catastrofe) che ha portato alla nascita dello “stato ebraico” terrorizzando ed espellendo almeno l’ottanta percento della popolazione indigena palestinese.
Nei decenni seguenti il sionismo di “sinistra” ha imposto uno stato di apartheid, rendendo il Sud Africa razzista il più stretto alleato di Israele, ed ha condotto ogni guerra di dominazione – tra cui le due più recenti in Libano e a Gaza. Con i governi laburisti c’è stato il boom degli insediamenti israeliani a Gerusalemme ed in West Bank (vedi “Briefing: Labor Zionism and the Histadrut” a cura dell’International Jewish Anti-Zionist Network-Labor e Labor for Palestine (US), 13 Aprile 2010).
Oggi la “sinistra” sionista, non potendo essere da meno rispetto alla controparte di destra, vede i palestinesi come un “pericolo demografico” alla supremazia ebraica. Come la “destra” insistono che i palestinesi ratifichino il loro stato di disuguaglianza riconoscendo che la Palestina del 1948 (cioè “Israele”) sia uno “Stato ebraico”. Per ironia della sorte questo sionismo razzista, la violenza e l’apartheid conducono ad una segregazione degli ebrei che eguaglia il tradizionale antisemitismo europeo.
Il problema, allora, non è il presunto tradimento dei principi “israeliani” per mano degli “estremisti” di destra, ma è il sionismo stesso – sia di “sinistra” che di “destra”. Noi stiamo con gli ebrei israeliani che rigettano le fondamenta razziste di Israele.
Chiediamo agli altri non solo di unirsi a noi contro il giuramento di lealtà, ma di combattere i principi sionisti sul quale si poggia. Concretamente significa appoggiare le richieste palestinesi di cessazione dell’occupazione militare, l’attuazione del diritto al ritorno dei rifugiati e degli uguali diritti in tutta la Palestina.
Jesse Benjamin, professore aggregato di sociologia alla Kennesaw State University, è cittadino israeliano e statunitense. E’ membro dell’IJAN.
David Comedi è un attivista, un fisico e coordinatore dell’IJAN in Argentina.
Toby Kramer è un membro dell’IJAN a San Francisco