Striscia di Gaza, ‘l’embargo ha già causato 500 morti e una disoccupazione dilagante’.

Il Comitato popolare contro l’embargo a Gaza rivela che il numero
delle vittime dell’assedio israeliano – ormai vigente da 1.000 giorni –
è salito a 500, ad una media perciò di un morto ogni due giorni, in
maggioranza malati che non sono riusciti a viaggiare per ricevere cure
adeguate a causa della chiusura dei valichi.

E’ quanto ha
rivelato il presidente del Comitato, il deputato Jamal al-Khudari,
durante una conferenza stampa tenuta il 7 marzo in occasione del
millesimo giorno dell’embargo imposto da Israele alla Striscia di Gaza.

“L’embargo
colpisce l’uomo in ogni aspetto della sua vita – ha spiegato al-Khudari
-, dal punto di vista sanitario, ambientale, economico, sociale, in un
tentativo di soffocare questo popolo e spezzarne la volontà”.

Egli
ha poi osservato che un milione di palestinesi vivono di aiuti da parte
di Paesi arabo-islamici e occidentali, oppure dell’Onu, e che
l’economia palestinese è stata distrutta completamente, dato che i
disoccupati sono circa 140.000, ovvero l’80% della forza lavoro a Gaza.

Il
Comitato popolare contro l’embargo invita dunque ad intensificare in
tutte le città del mondo le iniziative per rompere l’embargo, in
occasione del millesimo giorno di questo blocco oppressivo imposto
dagli occupanti israeliani.

Al-Khudari ha poi aggiunto che le
posizioni, ufficiali e ufficiose, arabe ed internazionali, confermano
che quest’embargo è oppressivo e contraddice i principi del diritto
internazionale, pertanto è necessario esercitare pressioni concrete
sugli occupanti israeliani, responsabili di tale tragedia. Vi è bisogno
inoltre che la ‘comunità internazionale’ si assuma anch’essa la propria
responsabilità, ed è necessario che questo Stato (Israele) venga
perseguito per i crimini che commette.

Ha poi sottolineato:
“Sono trascorsi 1.000 giorni dall’inizio dell’embargo, perciò è
necessario che vi sia un’azione volta a fermarlo: per questo ci
attendiamo iniziative internazionali, arabe ed islamiche, in ogni città
o paese, utilizzando ogni mezzo, come segno di rifiuto di
quest’assedio”.

Il presidente del Comitato popolare contro
l’embargo ha infine chiuso la conferenza stampa rivelando che vi sono
contatti per facilitare l’arrivo di un convoglio di navi ad aprile, le
quali tenteranno di rompere l’embargo, in contemporanea con altre
iniziative arabe e palestinesi indirizzate allo stesso obiettivo.

da InfoPal

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