Antisemitismo di stato e persecuzioni politiche

Nostra traduzione da The Alternative Information Center

di Eli Aminov*

Nell’Impero Zarista, nel quale la maggior parte dei leader sionisti vennero educati e dove si formò la loro visione del mondo, l’antisemitismo era uno dei mezzi di difesa più agibili per quel regime arretrato. Ogni volta che spuntava fuori una qualsiasi minaccia al regime, scontento popolare o scandalo nei riguardi della leadership politica, la polizia politica segreta, un corpo simile ai Servizi di Sicurezza Generale Isrealiani (Shin Bet), organizzava delle campagne contro gli ebrei. Lo slogan largamente accettato era: "Colpisci gli ebrei e salva la Russia". Lo stato antisemita organizzava pogrom, emetteva ordinanze e limitazioni arbitrarie, inventava favole e calunnie, tentava di allontanare l’opinione pubblica dalle azioni governative, e di dirigere la sua furia verso le minoranze nazionali.

 

Come la leadership protoslava in Russia difendeva gli eccezionali diritti dell’aristocrazia russa, la leadership ebraica in Israele impiega a sua piacimento il meccanismo dell’oscurità per alimentare l’odio nei confronti della minoranza nazionale palestinese in funzione della propria politica interna. A dispetto della pressione statunitense per condurre dei negoziati con i palestinesi, quei responsabili per la sicurezza dello stato dell’Apartheid provano a spaventare e a neutralizzare i cittadini palestinesi di Israele, quelli che non sono sotto l’Autorità Palestinese, e chi si oppone alla resa verso i diktat israeliani. Come parte di questo stesso terrore interno contro le minoranze, lo Shin Bet ha inventato una favola cattiva e maligna. Due figure pubbliche, Ameer Makhoul ed il dottor Omar Said, sono state arrestate perchè sospettati di "spionaggio", cioè ci viene chiesto di credere che apparentemente detenevano segreti di stato per la sicurezza israeliana e che li abbiano dati al nemico! Gli viene negato il diritto di incontrare i loro legali e stanno venendo interrogati dallo Shin Bet – lo stesso organo che per parecchi anni si è tenuto occupato torturando ed uccidendo i palestinesi e che non è mai stato smascherato in tribunale grazie alle menzogne e alla fabbricazione di prove. Quei resposabili per questi crimini contro la democrzia non sono mai stati puniti nè portati a processo.

Non crediamo nelle favole scritte dallo Shin bet. Non crediamo che i personaggi pubblici arabi abbiano mai violato in alcun modo la legge. Non hanno mai lavorato nei quartier generali militari o nel Ministero della Sicurezza. Il loro unico peccato è di chiedere che lo stato di cui sono cittadini divenga uno stato democratico. Loro, come noi, si oppongono al sionismo e lo considerano un’ideologia razzista che necessariamente porta alla pratica della pulizia etnica e allanegazione dei diritti delle popolazioni indigene.

Le menzogne contro Ameer Makhoul ed il dottor Omar Said, e la loro detenzione prolungata, servono ad un solo scopo: avvelenare l’opinione pubblica e prevenire la cooperazione tra arabi ed ebrei contro l’oppressione e l’apartheid. Tale cooperazione sta guadagnando terreno, malgrado i tentativi delle autorità israeliane, per tutta questa terra: in vari quartieri di Gerusalemme, nei villaggi beduini del Negev, a Giaffa, Bi’ilin, Lod, Na’alin e ad altri centri di apartheid. Gli ebrei ed i palestinesi non vogliono più permettere al meccanismo dell’oscurità di fare ciò che vuole e di abusare degli innocenti per servire un sistema politico malvagio il cui tempo è ormai passato. I giorni dei pogrom organizzati, speriamo, sono ormai passati. Il dott. Omar e Ameer Makhoul devono essere immediatamente rilasciati e devono essere spazzate via le accuse nei loro confronti.

* Eli Aminov è un membro del Comitato per lo Stato Secolare e Democratico. Questo articolo è stato tradotto in inglese dall’Alternative Information Center (AIC).

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