USAID, Cooperazione e strade per soli coloni

da NENA News

L’agenzia americana imporrebbe sue politiche ad Anp

di Monica Bartolini

Gerusalemme, 21 maggio 2010 ( foto
dal sito www.gimmetruth.com) Nena News – Gli Stati Uniti, attraverso
USAID, la loro agenzia di cooperazione governativa, in Cisgiordania
stanno contribuendo a costruire parte di un network di strade proposto
da Israele che è stato definito, dalle associazioni per i diritti umani,
un Apartheid road plan. E’ questa la denuncia che di recente
da piu’ parti e’ piovuta sui “cooperanti americani” e che sta mettendo
in imbarazzo anche l’Autorita’ nazionale palestinese (Anp) di Abu Mazen.

      Secondo uno studio le nuove vie di comunicazione in
progetto creerebbero le condizioni per poter lasciare le grandi arterie
viarie ad uso esclusivo dei coloni israeliani. L’Applied Research Center
Institute di Gerusalemme (ARIJ), sostiene che USAID ha finanziato un
quarto di un piano proposto da Israele nel 2004. Le nuove strade
sarebbero state progettate in modo da stabilire collegamenti alternativi
fra i diversi villaggi della Cisgiordania provocando, peraltro, un
forte impatto ambientale e allungando notevolmente i percorsi. Nello
stesso tempo vengono migliorate le grandi arterie di comunicazione fra
le colonie e Israele, riducendo  i tempi di percorrenza e rendendo gli
insediamenti ebraici luoghi piu’ attraenti dove vivere.

«Se da un lato il trasferimento del traffico palestinese sulle nuove
strade favorisce mobilità ai coloni, dall’altro la nuova rete viaria
rende il collegamento fra le diverse aree della Cisgiordania più
complesso e aumenta notevolmente i tempi di percorrenza», spiega Suheil
Khalileh, responsabile dell’Osservatorio sulle colonie dell’ARIJ.

Il giornalista britannico Jonathan Cook, acuto analista delle
politiche in atto nei Territori occupati, riferisce in un suo recente
articolo – criticato dal portavoce dell’Anp, Ghassan Khatib – che
Israele ha proposto la creazione di due sistemi viari separati nel 2004,
dopo che molte delle strade della Cisgiordania furono chiuse ai
palestinesi  a seguito dello scoppio della seconda Intifada sostenendo
che questo avrebbe migliorato l’economia palestinese estremamente
provata dai numerosi blocchi e chiusure stradali.

L’Anp, almeno formalmente, si oppone al piano sostenendo che
favorirebbe il radicamento delle colonie in Cisgiordania e comportato
ulteriori confische di terre palestinesi per la costruzione delle nuove
strade. Varie parti internazionali inoltre hanno dichiarato che non
saranno finanziate opere viarie contro la volontà dell’Anp. Tuttavia una
mappa pubblicata da ARIJ dimostra che il 23% delle «strade alternative»
proposte da Israele sono state costruite proprio con fondi di USAID.

La maggior parte delle strade sono ubicate in area B e C – zone che 
gli accordi di Oslo hanno posto sotto l’autorita’ di Israele e che
rappresentano piu’ dell’80% della Cisgiordania. Per questo, le forze di
occupazione controllano direttamente l’attuazione dei progetti.
Secondo ARIJ, gli Stati Uniti hanno presentato all’Anp una proposta di
aiuti per la realizzazione di infrastrutture che conteneva, al suo
interno, anche parte delle strade proposte da Israele. I palestinesi, in
questo modo non hanno avuto scelta e sono stati “costretti” ad
accettare. L’Anp pero’ nega tutto e respinge sdegnata l’accusa di
favorire i disegni dell’occupazione israeliana pur di incassare i fondi e
gli aiuti internazionali, ma le sue smentite non convincono. (red) Nena
News

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