B’tselem: Gaza, il 95% delle fabbriche sono chiuse, il 93% dell’acqua è contaminata

nostra traduzione da Palestine Think Tank 

Scarica il Rapporto Human Rights Review – 1 January 2009 to 30 April 2010 (PDF, 424 Kb) 

 

 

di Haitam Sabbah*

Secondo il nuovo rapporto pubblicato oggi [14 giugno NdT] dall’Israeli Human Rights group – B’tselem il risultato della politica di assedio di Israele è che la maggior parte delle fabbriche di Gaza sono chiuse e l’acqua è contaminata.

La politica di assedio "ha portao al collasso economico a Gaza", scrive B’tselem nel suo rapporto di 44 pagine che riguarda Gaza, il West Bank e Gerusalemme Est nel periodo che va dal gennaio 2009 alla fine di aprile 2010.

Segue la sintesi del rapporto:

– Il divieto di trasportare materie prime e di esportare a Gaza, in atto da quando Hamas ha preso il potere nella Striscia nel 2007, ha costretto alla chiusura il 95% delle fabbriche e delle officine della zona.

– Prima del 2007 a Gaza erano permessi 4,000 tipi di beni, ora ne entrano meno di 150. Tra gli articoli limitati ci sono dei materiali da costruzione come il cemento ed il ferro, necessari alla ricostruzione delle 3,500 abitazioni distrutte durante l’ultimo assalto israeliano a Gaza – l’operazione Piombo Fuso.

– La quantità di beni che passa per i valichi si è ridotta di meno di un quarto rispetto a ciò che entrava prima dell’assedio.

– Prima del 2007 ogni giorno 70 camion carichi di beni d’esportazione (mobili, capi d’abbigliamento e altri prodotti) partivano da Gaza diretti in Israele. Ora è permessa soltanto l’esportazione di fragole e fiori verso l’Europa, e solo in "certi casi". Le merci arrivano a Gaza attraverso un sistema di tunnel scavato sotto il confine con l’Egitto, malgrado questo sistema non sia sufficiente per rianimare l’economia di Gaza.

– La fornitura elettrica è un problema a Gaza. Il 98% dei residenti subisce dei blackout che durano dalle 8 alle 10 ore al giorno, mentre il restante 2% non ha l’accesso all’energia elettrica.

– Le interruzioni dell’energia elettrica dovute alla mancanza di carburante o di pezzi di ricambio hanno impedito il corretto funzionamento dei pozzi e degli impianti di desalinizzazione.

– Alla fine del 2009 le analisi hanno mostrato che il 93% dell’acqua della Striscia di Gaza era contaminata, con elevate quantità di cloruro e nitrati.

– "La fornitura d’acqua è difettosa e migliaia di residenti non sono nemmeno allacciati al sistema di distribuzione. Ne è colpito anche il sistema di trattamento dei rifiuti. Ogni giorno circa 100,000 metri cubi di acqua contaminata non trattata o solo parzialmente trattata finiscono in mare."

– La mancanza di pesticidi e di pezzi di ricambio per i sistemi di irrigazione rendono molto più difficile il lavoro dei contadini. Quelli che hanno il terreno vicino al confine con Israele non possono più coltivare perchè l’accesso viene proibito o limitato, e coloro che violano queste ordinanze rischiano di finire sotto il fuoco dei soldati.

– I pescatori non possono allontanarsi più di tre miglia nautiche dalla costa, ciò limita la fornitura di pesce alla Striscia.

– Il numero dei morti palestinesi causate dalle Forze d’Occupazione Israeliane è sceso dai 456 del 2008 agli 83 nel periodo tra il 21 gennaio 2009 e la fine di aprile del 2010. Queste cifre non includono i morti palestinesi durante l’Operazione Piombo Fuso.

– Il rapporto riferisce che le demolizioni israeliane sono continuate nell’area C del West Bank, dove dal gennaio 2009 all’aprile 2010 le forze di occupazione hanno distrutto 44 strutture residenziali. Le demolizioni hanno lasciato senza casa 317 palestinesi.

– Nel 2009 la Municipalità di Gerusalemme ha demolito 48 edifici nei quartieri orientali della città. Le demolizioni hanno lasciato senza casa 247 palestinesi.

– Il rapporto riferisce che le forze di occupazione non hanno smesso di costruire le colonie, e che non è stato rimosso nessun avamposto.

– Secondo il rapporto sono pochissime le indagini della polizia sui crimini a danno dei palestinesi che si concludono con un arresto. Dall’inizio della seconda intifada nel settembre del 2000 alla fine di aprile 2010 B’tselem ha denunciato all’ufficio del procuratore generale militare ben 255 casi di violenza. Solo 11 accuse sono andate in giudizio, ed una di esse è stata cancellata.

– Nello stesso periodo B’tselem ha inoltrato 180 casi di violenza al Dipartimento Polizia Investigativa del Ministero della giustizia, ma solo 12 accuse sono andate in giudizio.

– Dal settembre 2000 B’tselem ha sottoposto 220 reclami alla polizia israeliana chiedendo delle indagini su dei casi in cui degli israeliani hanno ferito dei palestinesi o danneggiato le loro proprietà. Solo nove di questi reclami hanno portato a un processo.

il direttore esecutivo di B’tselem, Jessica Montell, ha dichiarato che il rapporto è stato reso pubblico per ricordare "il 43° anniversario" della fine della Guerra dei Sei Giorni, che ha segnato "l’inizio" dell’occupazione israeliana.

"L’attuale occupazione, sia viola" i diritti dei palestinesi, sia "pone dei chiari pericoli per la democrazia israeliana" ha detto Montell. "Perciò noi come israeliani dobbiamo chiedere responsabilità  per le azioni compiute in nostro nome nei territori occupati e lavorare per cambiare quelle politiche che ledono i diritti umani." 

*Haitam Sabbah è un blogger palestinese senza radici. E’ il webmaster e l’editore di Palestine Blogs. E’ anche il webmaster e il co-editore di Palestine Think Tank. Il suo blog personale è Sabbah’s Blog

 

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