GAZA: INCENDIATO UN ALTRO CENTRO ESTIVO UNRWA

da Near East News Agency

Secondo episodio vandalico in un mese. Un business,
quello dei centri estivi, che durante la pausa scolastica rappresenta
l’unica alternativa di svago per migliaia di bambini palestinesi.

Lunedi 28
giugno all’alba, uomini armati sono entrati a volto mascherato nel campo
UNRWA di An Nusseriat, a ovest di Az- Zawaida, nella Striscia di Gaza,
dando fuoco ad alcune strutture, danneggiando giochi, tavoli e una
piscina di gomma. Il centro ricreativo gestito dall’ UNRWA (agenzia ONU
per i profughi palestinesi) avrebbe dovuto ospitare migliaia di bambini
per l’intera durata dell’estate, su due turni giornalieri da 250 bambini
ciascuno. Il secondo atto vandalico in un solo mese compiuto contro
centri dell’UNRWA nella Striscia di Gaza, dove i campi estivi iniziano
le loro attivita’ a meta’ giugno e vanno avanti fino al 5 agosto.
Immediate le condanne del Segretario ONU Ban Ki-Moon, che si e’ detto
pronto a ricostruire immediatamente la struttura.

In un comunicato stampa diffuso ieri, anche il misitro degli interni
di Hamas ha espresso indignazione e condannato l’atto vandalico
definendolo il frutto di “gruppi che diffondono idee fuorvianti e una
realta’ distorta della situazione a Gaza.”

Anche alcune organizzazioni palestinesi hanno condannato immediamente
l’atto vandalico. Al Mezan, una ONG storica palestinese con quartier
generale a Jabalia, ha definito l’incendio al campo “come il sintomo di
atti contro la liberta’ pubblica e individuale” e ha gia’ chiesto alle
autorita’ di Hamas di aprire subito un’indagine. La stessa Al Mezan ha
condotto un’indagine preliminare, raccogliendo le testimonianze dei
custodi imbavagliati e bendati.  Tra i 20 e i 25 uomini armati a volto
coperto, sarebbero entrati alle 2 e un quarto di mattina nel campo
UNRWA, circa 1000 metri quadrati di strutture suddivise in piu’ aree,
l’area giochi, i tendoni e la sezione amministrativa. Legati i custodi,
gli uomini avrebbero dato a fuoco ai tendoni per poi danneggiare i
materiali a disposizione nel centro.

Gia’ lo scorso 23 maggio un grande accampamento UNRWA destinato ad
ospitare decine di migliaia di bambini palestinesi per un campo estivo
sulla spiaggia di Gaza, era stato dato alle fiamme. Anche in questo
caso, uomini con il volto mascherato erano entrati nel campo, ancora in
allestimento, e dopo aver aggredito e imbavagliato i custodi, erano
riusciti a dare alle fiamme le attrezzature del campo.

Nel caso dell’episodio di maggio, secondo fonti palestinesi, l’atto
vandalico sarebbe stato compiuto da gruppi salafiti vicini ad Al Qaeda,
sorti negli ultimi anni, in aperto contrasto con Hamas. Nessuno ha per
ora rivendicato l’attacco dello scorso lunedi.

I campi estivi dell’UNRWA sono destinati alle fasce della popolazione
piu’ povera di Gaza, una popolazione gia’ provata da quattro anni di
soffocante embargo da parte di Israele. E rappresentano spesso l’unica
opportunita’ per garantire pasti gratuiti per intere settimane a circa
250.000 bambini palestinesi, offrendo attivita’ ricreative, sportive e
workshop sui diritti umani. Campi che in passato hanno ricevuto delle
critiche da parte dei gruppi islamici che hanno accusato le NU di
“corrompere la gioventu’ di Gaza”.

Anche Hamas ha ricevuto quest’anno oltre 100.000 adesioni per i campi
estivi, che propongono 10 giorni di attivita’, tra cui studio della
dottrina islamica e del Corano ma anche corsi di equitazione sulle
spiagge di Gaza e di nuoto.

Quello che e’ certo e’ che i campi estivi, sia quelli di UNRWA che
quelli delle organizzazioni islamiche,  rappresentano entrambi l’unica
opportunita’ di svago per migliaia di giovanissimi palestinesi durante
le calde estati senza scuola, quando l’alternativa e’ giocare in strada o
rimanere nelle proprie case, gia’ sovraffollate.

Una competizione aperta e diretta tra Hamas e le NU non c’e’ mai
stata e Hamas l’ha sempre evitata, cosciente del fatto che UNRWA
sostiene anche i centri che danno da mangiare a due terzi della
popolazione di Gaza. E’  vero pero’ che quello dei centri estivi e’ un
vero e proprio business, volto a conquistare le giovani generazioni di
Gaza, molto piu’ vulnerabili delle precedenti per via di anni di
occupazione, di brutali incursioni militare di Israele e di un assedio
illegale che va avanti da quattro anni.

 

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