Nostra traduzione da International Middle East Media Center
Questa settimana una ventina di organizzazioni ebraiche ed un certo numero di singole personalità di origine ebraica, tra cui diversi sopravvissuti all’Olocausto, hanno firmato una lettera pubblicata dall’International Jewish Anti-Zionist Network in appoggio al boicottaggio delle merci e delle istituzioni israeliane, e in richiesta di sanzioni e disinvestimenti.
logo della Jewish Anti-Zionist Network
(da http://www.ijan.info website)
La lettera è una replica ad una dichiarazione del 15 febbraio delle organizzazioni sioniste liberali che condannava il boicottaggio di tutti i beni israeliani, e che lanciava una campagna intitolata “Compra israeliano – Non comprare dalle colonie (non sono la stessa cosa)”. La campagna è uscita fuori dalla J Street Conference tenuta a Washington DC dai sionisti liberali e guidata da Meretz, un’organizzazione sionista liberale in strettissimi rapporti con J Street.
La dichiarazione recita: “Crediamo che un boicottaggio mirato delle colonie (invece di un boicottaggio globale della sovrana Israele) è uno strumento legittimo da usare per le organizzazioni ed i singoli sionisti, sia in Israele che nella Diaspora, per aiutare a giungere alla fine dell’Occupazione e raggiungere la soluzione dei due stati. Un boicottaggio indiscriminato di Israele e degli israeliani corre il rischio di rafforzare quelle forze interne che si oppongono ad una vera pace tra Israele ed i Palestinesi, e di alienarci la simpatia di parecchi israeliani convenzionali ma di buona volontà.”
La replica, intitolata “Una risposta ebraica alla dichiarazione del febbraio 2011 della Jewish Zionist Organizations sul boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS)”, fornisce molti motivi per appoggiare i boicottaggi accademici, culturali e commerciali, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele, dicendo che:
– La campagna BDS è stata chiesta dalla società civile palestinese in risposta all’occupazione e alla colonizzazione della loro terra;
– La campagna BDS è uno strumento morale di risposta pacifica e non violenta a più di 60 anni di colonialismo israeliano,e legittimamente pone delle responsabilità sulle istituzioni israeliane (ed i loro alleati e soci) che usano i legami commerciali, culturali ed accademici per cancellare la responsabilità di Israele nel perpetuare dei crimini contro l’umanità.
Inoltre la lettera dello Jewish Anti-Zionist Network ha risposto a chi bollava il boicottaggio di Israele come antisemita: “Il BDS non è antisemitismo. Rifiutiamo l’idea che la richiesta di BDS fatta dai palestinesi nel 2005 e le varie campagne sparse per il mondo affondino le proprie radici nel sentimento antiebraico. Al contrario è un movimento antirazzista contro l’occupazione giornaliera e brutale della Palestina, e contro la la minaccia militare alla regione da parte di Israele. False asserzioni di antisemitismo distorcono la vera natura della lotta palestinese e sono un insulto e un tradimento della lunga storia di sopravvivenza e di resistenza alla persecuzione da parte degli ebrei.
Le organizzazioni e i singoli che hanno firmato la lettera dicono che il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni di Israele servono come strumento per spingere il paese ad adempiere ai suoi obblighi, a riconoscere il diritto inalienabile del popolo palestinese all’autodeterminazione e a conformarsi ai precetti del diritto internazionale.
Lista dei firmatari:
* International Jewish Anti-Zionist Network
* Not In Our Name (Argentina)
* Jewish Voice for a Just Peace in Middle East (EJJP, Germany)
* Not in Our Name: Jews Opposing Zionism (Canada)
* Jews for a Just Peace (Fredericton, Canada)
* Independent Jewish Voice (Canada)
* Middle East Children’s Alliance (USA)
* Critical Jewish Voice (Austria)
* Women in Black (Austria)
* French Jewish Union for Peace (UJFP)
* Bay Area Women in Black (USA)
* St. Louis Women in Black (USA)
* Philadelphia Jews for a Just Peace (USA)
* American Jews for a Just Peace (USA)
* Jews for Boycotting Israeli Goods (UK)
* JUNTS, Asociació catalana de Jueus i Palestins (Asociación Catalana de Judios y Palestinas, Spain)
* Ronnie Kasrils, ex ministro del governo sudafricano, scrittore, fondatore di Not In My Name, Sud Africa
* Antony Loewenstein, Independent Australian Jewish Voices
* Peter Slezak, Independent Australian Jewish Voices
* Moshé Machover, professore emerito (UK), fondatore di Matzpen
* Felicia Langer, avvocatessa israeliana, autrice, Right Livelihood Award 2006 (Premio Nobel Alternativo) 1990, premio Bruno Kreisky 1991
* Mieciu Langer, sopravvissuto dell’olocausto nazista
* Hedy Epstein, sopravvissuto dell’olocausto nazista
* Hajo G. Meyer PhD, sopravvissuto dell’olocausto nazista
* Kamal Chenoy, IJAN India & The All India Peace and Solidarity Organization
* Paola Canarutto & Giorgio Forti, Rete ECO, Italia
* Liliane Cordova Kaczerginski, IJAN Francia
* Sonia Fayman, IJAN France & UJFP
* Ernesto Rosenberg, GRAMARPAL (Grupo de Amistad Argentina-Palestina, Neuquén, Argentina)
* Mark Elf, blogger, Jews sans Frontieres