I prigionieri palestinesi potrebbero lanciare uno sciopero della fame come in Irlanda

Nostra traduzione dall’International Middle East Media Center

Saed Bannoura

I leader del movimento dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane hanno
dichiarato che la situazione che stanno affrontando tutti i prigionieri
politici è al limite, i condannati all’ergastolo stanno pensando di lanciare
uno sciopero della fame simile a quello tenutosi in Irlanda, ed è verosimile
che il resto dei detenuti li seguirà.

In una dichiarazione che è giunta al ministro dei detenuti hanno annunciato
che le loro condizioni stanno peggiorando e che i loro problemi e la loro
liberazione devono essere una delle priorità dell’Autorità Palestinese.

Affermano che Israele debba essere ritenuta responsabile per le continue
aggressioni e le condizioni illegali che impone ai prigionieri, soprattutto
alla luce del Diritto Internazionale e di tutte le risoluzioni relative ai
diritti umani che garantiscono i diritti di tutti i prigionieri politici.

Hanno aggiunto che appoggiano la presa di posizione dell’OLP nel rifiutare i
colloqui di pace con Israele finchè questa non arresti le violazioni del
diritto internazionale e le attività di colonizzazione, e che la leadership
palestinese debba sempre agire per assicurare il rilascio di tutti i detenuti
senza alcuna precondizione.

Nella loro lettera hanno anche aggiunto che “la battaglia degli stomaci vuoti
è il metodo più efficace che i detenuti possono usare per raggiungere i loro
diritti legittimi” e che sono pronti a sacrificare e a mettere a rischio le
proprie vite lanciando uno sciopero della fame di durata illimitata per
ottenere i seguenti diritti:

1. Israele deve trattarci come prigionieri di guerra, in conformità con la
quarta convenzione di Ginevra.

2. Appoggiamo la posizione dell’OLP nel rifiutare la ripresa dei colloqui di
pace con Israele finchè questa non arresti le violazioni dei diritti umani e le
attività di colonizzazione, ed affermiamo il diritto di tutti i detenuti ad
essere rilasciati, specialmente coloro che hanno speso molti anni dietro le
sbarre.

3. Rifiutiamo ogni tentativo di postporre la discussione sul problema dei
detenuti allo stadio finale dei colloqui di pace.

4. Il nostro caso è una delle priorità principali, e non si può raggiungere
nessun accordo di pace definitivo senza il nostro rilascio.

5. Chiediamo un’equa risoluzione del nostro problema specialmente per i
detenuti di vecchia data. Chiediamo che la dirigenza non riesumi i colloqui di
pace fino a che non sarà risolto il nostro problema.

Nel frattempo il ministro dei detenuti in West Bank, Issa Qaraqe’, ha avvisato
che Israele sta pianificando ulteriori aggressioni contro i prigionieri nel
Campo di Detenzione del Negev, dove sono internati 1200 palestinesi. Ha
aggiunto che Israele sta pianificando lo sgombero del campo dopo la confisca di
tutti i beni dei detenuti e spedendoli in altre strutture di detenzione.

Qaraqe’ ha aggiunto che Israele a trasferito migliaia di soldati intorno al
campo di detenzione nel Negev, aumentando il numero di soldati sulle torri di
sorveglianza, e che i soldati sono pronti per una possibile offensiva in larga
scala contro i prigionieri.

Inoltre il ministro ha dichiarato che durante i recenti colloqui tra i
rappresentanti dei detenuti e l’amministrazione del campo nel Negev, il
direttore della prigione ha minacciato che avrebbe ordinato ai soldati un
utilizzo esagerato della forza per sgomberare il campo e trasferire i detenuti
per indebolirli e disperdere i loro leader in prigioni diverse.

I detenuti hanno deciso di resistere al piano di sgombero, aggiungendo che
Israele vuole spostarli per sostituirli con i migranti irregolari di origine
africana.

La situazione nella prigione del Negev è al limite ed aumentano i timori di un
imminente attacco.

I detenuti stanno chiedendo ad Israele di rispettare le proprie promesse di
ridurre le loro sofferenze e di fermare le aggressioni contro di loro.

Qaraqe’ ha dichiarato che nel 2011 i soldati israeliani hanno condotto 200
aggressioni contro i prigionieri e che la maggior parte di esse sono avvenute
dopo mezzanotte. Centinaia di detenuti sono rimasti feriti e puniti con delle
sanzioni illegali e delle multe. Decine di loro sono stati posti in isolamento,
privati del diritto ai colloqui e all’accesso allo spaccio della prigione.

“Il 2011 ha visto pericolose aggressioni contro i prigionieri, contro la loro
dignità e le loro condizioni di vita. A centinaia sono stati privati
dell’accesso all’educazione. Sono aumentati gli isolamenti e le privazioni dei
colloqui; Israele sta agendo aldilà della legge, sfidando la Comunità
Internazionale ed i principi basilari dei diritti umani”.

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