Resoconto dell’assemblea del 18 febbraio

Giovedì  18 febbraio si è svolta l’assemblea indetta
dall’Assemblea di solidarietà per la Palestina. Premesso che le condizioni
meteorologiche avverse dei giorni antecedenti avevano fortemente limitato la
propaganda dell’assemblea stessa, soprattutto nelle scuole, possiamo ben dire
che il passaparola ha funzionato, dal momento che la sala era piena, quindi
buona partecipazione ma soprattutto, riteniamo, buoni contenuti e buona
discussione. Nell’intervento introduttivo si è presentata la neo costituenda “Assemblea
di solidarietà per la Palestina” che nasce recentemente nella nostra zona a
ridosso della Gaza Freedom March , sulla quale siamo comunque stati abbastanza
diffidenti per l’arco di forze nazionali e internazionali che la componevano.
Soprattutto si è sottolineato l’interesse di discutere di Palestina da parte
delle generazioni più giovani e del cercare di farlo nella comprensione
del  nuovo scenario storico e politico,
dopo comunque che la grande manifestazione nazionale di gennaio dello scorso
anno e di una miriade di piccole iniziative avevano dimostrato la voglia di
riannodare il dibattito politico e l’iniziativa. Si è sottolineata
l’impossibilità di cercare di comprendere fino in fondo la composizione della
resistenza palestinese, ma si è ribadito comunque il nostro pieno sostegno a
quella miriade di  piccoli comitati di
resistenza che nei Territori Occupati si muove in una visione laica e solidale,
con la prospettiva della liberazione di tutta la Palestina, a quelle forme di
resistenza popolare che hanno visto nel tempo la ricerca di strategie di
resistenza diverse che miravano comunque a rimanere a vivere e lottare in quelle
terre, a dispetto dei vari tentativi 
israeliani  di portare a termine
un processo definitivo di pulizia etnica.

Si è parlato molto del rilancio,
attraverso una rete cittadina, della campagna di boicottaggio, BDS (boicottaggio,
disinvestimento, sanzioni), dei prodotti provenienti da Israele, delle agenzie
turistiche,delle compagnie idriche ed altro , come mezzo di forte  opposizione
al regime razzista e di apartheid
israeliano, che vada contro gli interessi economici di Israele ma anche
della
possibilità della campagna di boicottaggio accademico e culturale, per
esempio alla
ricerca militare e bellica a cui viene dato spazio nelle nostre
università,
oppure alla ricerca archeologica che tenta di dare sostegno alla tesi,
su cui
si fonda il sionismo, dell’insediamento ebraico nell’antichità su
quelle terre (un interessantissimo intervento ha fatto un excursus
storico  rimarcando la
dimostrazione storica dell’inesistenza nell’antichità di uno stato
ebreo in
Palestina ma della decisione da parte delle potenze occidentali di
creare uno
stato, ben prima dell’Olocausto, mantenendolo con un forte sostegno
politico,
militare e culturale per creare una permanente destabilizzazione in
tutto il
Medio Oriente e che ne curi i propri interessi) puntando
all’annientamento,
oltreché militare, della memoria, della storia e della cultura
palestinese.

Ci si è ripromessi di dare un
senso di rete, di coordinare in qualche modo tutte le varie situazioni ed
esperienze che sono intervenute, dalla “carovana per la  Palestina” ( che interessa tutta l’area dei
centri sociali romani e che, come ormai da 5 anni , anche quest’anno si recherà
in Palestina con “sport sotto assedio” ed altre attività culturali), al “free Gaza
moviment” (che si sta organizzando per marzo per compiere azioni dimostrative  via mare di rottura dell’assedio), dagli
studenti medi ed universitari al coordinamento 
romano di solidarietà, oltreché da noi dell’assemblea di solidarietà dei
Castelli Romani e di tutti coloro che in maniera indipendente hanno espresso la
volontà lavorare sulla Palestina, per ricostruire e rilanciare campagne e
momenti di mobilitazione solidale.

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