Gerusalemme paralizzata da protesta 100mila religiosi ultraortodossi in sostegno dei coloni hassidici che rifiutano di accogliere nelle scuole dell’insediamento di Immanuel (Cisgiordania) ragazze ebree sefardite.
Occupano le terre dei palestinesi in Cisgiordania e sono pure razzisti verso la propria gente. Oggi i coloni ebrei ultraortodossi di Immanuel, con il sostegno di 100mila «timorati», stanno paralizzando il centro di Gerusalemme e tenendo in stato di allerta 10mila poliziotti, perché si rifiutano di accogliere nelle loro scuole alcune ragazze ebree sefardite, originarie dell’Asia e del Nordafrica, come imposto da una sentenza della Corte suprema. Proteste sono previste anche a Beit Shemesh e Bnei Brak, centri abitati in prevalenza da ebrei ultraortodossi situati rispettivamente nei pressi di Gerusalemme e di Tel Aviv.
Protagonisti della protesta sono gli hassidici Slonim, di origine bielorussa. Su indicazione del rabbino-colono Shmuel Berezovsky, 43 coppie Slonim hanno scelto di andare in carcere per due settimane piuttosto che «piegarsi» alla sentenza di un tribunale (poi confermata dalla Corte Suprema) che nell’agosto scorso impose di integrare le ragazze sefardite nelle scuole. Per protesta contro la sentenza le famiglie Slonim ritirarono le loro figlie dalle scuole riscuotendo ampio sostegno tra i religiosi fondamentalisti.
Ieri invece centinaia di ebrei ultraortodossi avevano protestato a Giaffa contro la costruzione di un nuovo albergo su tombe antiche. A guidare la protesta è stato il rabbino Tuvia Weiss, leader degli Edah HaChareidis, un gruppo religioso estremista. Il rabbino ha anche scagliato una maledizione contro i responsabili del progetto edile.