Nasce “Radio Nisaa”, la radio delle donne.

da Near East News Agency

Inaugurata in Cisgiordania la prima emittente
gestita da donne e indirizzata alle donne. Intrattenimento e
informazione tutta al femminile.

DI BARBARA ANTONELLI

Inaugurata in
Cisgiordania la prima radio gestita da donne e indirizzata alle donne.
Intrattenimento e informazione tutta al femminile. Continue reading

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I camalli californiani si rifiutano di scaricare una nave israeliana

Il sito della campagna Labor for Palestine

Domenica scorsa, per la prima volta negli Stati Uniti, l’Unione degli scaricatori del porto di Oakland hanno tenuto un picchetto rifiutandosi di scaricare i beni importati in California da Israele. La protesta è stata organizzata da una coalizione di gruppi pacifisti della zona di Oakland ed è stata sostenuta dai camalli.

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B’tselem: Gaza, il 95% delle fabbriche sono chiuse, il 93% dell’acqua è contaminata

nostra traduzione da Palestine Think Tank 

Scarica il Rapporto Human Rights Review – 1 January 2009 to 30 April 2010 (PDF, 424 Kb) 

 

 

di Haitam Sabbah*

Secondo il nuovo rapporto pubblicato oggi [14 giugno NdT] dall’Israeli Human Rights group – B’tselem il risultato della politica di assedio di Israele è che la maggior parte delle fabbriche di Gaza sono chiuse e l’acqua è contaminata. Continue reading

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Immanuel: coloni razzisti verso altri ebrei

da Near East News Agency

Gerusalemme paralizzata da protesta 100mila religiosi ultraortodossi in sostegno dei coloni hassidici che rifiutano di accogliere nelle scuole dell’insediamento di Immanuel (Cisgiordania) ragazze ebree sefardite. 

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Mondiali: diamo un calcio all’apartheid!

da Near East News Agency

Mentre tutti gli occhi sono puntati sulle partite in Sudafrica una campagna chiede la fine dell’apartheid in Palestina.

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Israele offrì atomiche al Sudafrica razzista

da Il Megafono Quotidiano

Lo rivela il quotidiano britannico «Guardian» che chiama in causa Shimon Peres

Nel 1975, durante il regime di apartheid, Israele provò a vendere testate nucleari al Sudafrica. Lo rivela in esclusiva, con un articolo pubblicato in prima pagina, il quotidiano britannico «The Guardian» che cita documenti firmati dall’attuale presidente israeliano Shimon Peres e dall’allora ministro della difesa sudafricano Botha.

Il testo, rimasto segreto per oltre 30 anni e di recente reso disponibile in Sudafrica, è un resoconto di una serie di incontri tra rappresentanti dei due paesi cominciati il 31 marzo 1975. Il quotidiano britannico riferisce che nel loro primo colloquio, i funzionari dello Stato ebraico offrirono di vendere al Sudafrica alcuni missili a lunga gittata del tipo «Gerico» con capacità nucleare. Due mesi più tardi, Botha e Peres si incontrarono a Zurigo e in quell’occasione il ministro sudafricano si disse interessanto ad un certo numero di «Gerico». Da parte sua Peres offrì «tre taglie differenti» del missile.

Il documento, che gli israeliani avrebbero voluto non fosse declassificato, è stato scoperto da uno studioso statunitense, Sasha Polakow-Suransky, che sta per pubblicare il suo nuovo testo: «L’alleanza segreta di Israele con il Sudafrica dell’Apartheid».  

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La Coop sospende i prodotti israeliani

da Il Megafono Quotidiano

Niente commercializzazione per prodotti provenienti dalle colonie nei Territori occupati. Non si tratta di ragioni ideologiche, spiega l’azienda ma solo di non chiarezza sul luogo di provenienza. La Campagna Stopagrexco parla di un primo successo e invita a congratularsi con la Coop.

La notizia è apparla su alcuni tra i maggiori giornali israeliani, Ynet e Haaretz, e costituirebbe un successo per la campagna di solidarietà con il popolo palestinese. La Coop, e la Conad, hanno infatti sospeso la commercializzazione dei prodotti provenienti dalle colonie israeliane nei territori palestinesi occupati. Quindi, nente più agrumi e datteri «made in colonie israeliane nei territori palestinesi occupati» sugli scaffali di Coop e Noardiconad, il gruppo che fa da centro di acquisto e distribuzione di Conad nel nord Italia. Le due grandi catene italiane di supermercati, Coop e Nordiconad, hanno infatti deciso di sospendere la vendita di merci della Agrexco, principale azienda esportatrice israeliana di prodotti agricoli. La società israeliana commercializza anche ortaggi e frutta coltivati nelle colonie lungo la valle del Giordano nei Territori palestinesi occupati. Il tutto sotto il marchio Carmel, ma senza l’indicazione del luogo di produzione.
Le varie associazioni componenti la campagna «Stop Agrexco Italia» (Donne in nero, Attac, Fiom-Cigl, Forum Palestina, Un Ponte Per, Ebrei contro l’occupazione, Statunitensi per la pace) hanno immediatamente rivendicato la scelta come un successo delle segnalazioni fatte dai propri soci e dagli attivisti della coalizione Italiana contro la Carmel-Agrexco, il più grande esportatore israeliano di prodotti agricoli, che esporta anche il 60-70% dei prodotti dalle colonie.
Dall’inizio dell’anno, infatti, la coalizione «Stop Agrexco Italia» ha organizzato molti incontri in Italia e lanciato una campagna di pressione, con tanto di sit-in nei supermercati Coop e Conad, per cercare di fermare la commercializzazione di prodotti provenienti dalle colonie israeliane nei Territori occupati.
Diversa la versione fornita dalle catene commerciali che respingono l’ipotesi del boicottaggio. L’assenza di prodotti israeliani dai supermercati Coop, infatti, non dipenderebbe da un’adesione alla campagna ma solo da motivi «commerciali e di tracciabilità delle merci». Lo precisa una nota della stessa centrale cooperativa, sottolineando che «Coop ha deciso di sospendere la vendita delle merci provenienti dai territori occupati da Israele in quanto tale origine è dichiarata solo nelle documentazioni commerciali ma non è presente sul prodotto». Si tratta di «una sospensione in attesa di ricevere maggiori specificazioni circa la provenienza» indicano fonti della stessa Coop. Infatti, «questa modalità di tracciabilità non permette al consumatore finale di esercitare un diritto di acquisto (o non acquisto) consapevole, mancando una reale distinzione fra i prodotti made in Israele e quelli eventualmente provenienti dai territori occupati. Si tratta quindi di salvaguardare un diritto all’informazione corretta sull’origine dei prodotti, importante per garantire la libertà di scelta dei consumatori, e non di una forma di boicottaggio generalizzato, strumento che Coop non usa» si puntualizza.

Resta il dato di fatto del ritiro di quelle merci e di un nuovo colpo all’immagine di Israele dopo la "cacciata" di Noam Chomsky, la rivelazione del Guardian circa il nucleare e le continue frizioni tra il governo di Netanyahu e l’amministrazione Obama. 

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Antisemitismo di stato e persecuzioni politiche

Nostra traduzione da The Alternative Information Center

di Eli Aminov*

Nell’Impero Zarista, nel quale la maggior parte dei leader sionisti vennero educati e dove si formò la loro visione del mondo, l’antisemitismo era uno dei mezzi di difesa più agibili per quel regime arretrato. Ogni volta che spuntava fuori una qualsiasi minaccia al regime, scontento popolare o scandalo nei riguardi della leadership politica, la polizia politica segreta, un corpo simile ai Servizi di Sicurezza Generale Isrealiani (Shin Bet), organizzava delle campagne contro gli ebrei. Lo slogan largamente accettato era: "Colpisci gli ebrei e salva la Russia". Lo stato antisemita organizzava pogrom, emetteva ordinanze e limitazioni arbitrarie, inventava favole e calunnie, tentava di allontanare l’opinione pubblica dalle azioni governative, e di dirigere la sua furia verso le minoranze nazionali.

 

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Mitchell finisce il giro, Netanyahu annuncia nuove colonie

Nostra traduzione da International Middle East Media Center

Non appena l’inviato speciale statunitense per il Medio Oriente, George Mitchell, ha concluso una nuova serie di colloqui con Israele ed i funzionari palestinesi, il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato giovedì che Israele riprenderà le attività di colonizzazione dopo la fine del periodo di congelamento.

Coloni israeliani
(Pacifici coloni israeliani ad Hebron) Continue reading
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USAID, Cooperazione e strade per soli coloni

da NENA News

L’agenzia americana imporrebbe sue politiche ad Anp

di Monica Bartolini

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